Capolavoro!!! Avevo un fortissimo presentimento su questo disco. Non so se fosse l'attesa per la nuova uscita di uno dei miei gruppi preferiti (e in assoluto uno dei migliori insieme ai Refused ad uscire dalla Svezia) o l'ascolto del 7" "Amen / Last Rites" in mio possesso da qualche mese, ma tant'è: aspettavo questo disco da molto ed ero praticamente sicuro che sarebbe stato speciale. E lo è, speciale. Più che speciale, è a un passo dal capolavoro. Non sto scherzando. Preferisco non declamarne l'assoluta eccellenza a così poco dall'uscita: il valore di un disco si misura anche sulla lunga distanza, ma non nego che "Venom" mi sta dando parecchie soddisfazioni. Per inquadrare i Breach si potrebbe prendere l'urlo dei Will Haven e toglierli i colori, o spogliare il black metal della componente satanica (e spesso ridicola): l'ispirazione nordica è la stessa, ma qui non abbiamo dèi cornuti pronti alla dominazione. Qui è l'uomo al centro, un uomo che non ha nulla da fare se non urlare e soffrire, medicandosi solo con la propria arte. Eppure l'anelito verso "l'alto" non manca, e nemmeno i riferimenti a "El diablo" o a oscuri "Hellriders". Ma lo ripeto: non si tratta di chincaglieria vichinga assortita e venduta a buon mercato: piuttosto di terrore medievale. L'ottusità di chi ti circonda e si nasconde dietro un dito, facendo apparire il demonio ogni volta che qualcosa "non piace", "non funziona", "fa paura". Questo disco è un'unica, profondissima e nera tessitura di chitarre di una profondità che stordisce. Se un disco mi piace me lo porto dappertutto, in auto, nel walkman, lo metto in sottofondo mentre faccio altro: con "Venom" non riesco a farlo: è un disco che chiede troppo.