Non manca mai comunque la componente più sperimentale, in particolare l’introduzione a Parasite Eve, cantata da un coro bulgaro che conferisce una certa solennità e drammaticità ad un brano già di per sé esplosivo. Tema principale della maggior parte dei testi, difatti, è l’arrivo di un nuovo e misterioso virus, pronto a distruggere l’umanità. Una situazione a cui siamo più o meno abituati, con la crisi sanitaria che tutto il mondo sta attualmente vivendo. Ed è proprio qui che l’album ha affondato le sue radici, già a partire dalle registrazioni, effettuate appunto durante la pandemia di Covid della scorsa primavera. Una canzone, però, era già stata pubblicata un anno fa, e aveva fatto ben sperare (Ludens, per l’appunto).
Altro punto di forza di questo breve album sono le collaborazioni con diversi artisti, alcuni dei quali piuttosto controversi (Babymetal sopra tutti), a rimarcare il fatto che l’originalità è di casa. Una standing ovation più che meritata va invece all’ultimo pezzo, un duetto tra Oliver e Amy Lee, direttamente dagli Evanescence (che giusto poco tempo fa avevano citato i BMTH in giudizio per plagio).