BUFFY SAINTE-MARIE "Illuminations" La Vanguard riporta alla luce nel formato digitale un'altra delle sue perle oscure, per non parlare di culto assoluto. Anno di grazia 1969 e Buffy Sainte Marie, nativa Cree-indiano americana, è gia un'affermata folksinger. Ma nella sua discografia "Illuminations" è la scheggia impazzita e imprendibile, istintivamente diversa, pura idiosincrasia alla semplice folksong. E tuttavia totalmente immersa in quelle radici native e nella tradizione leggendaria del folk. Imbevuta però qui per la prima e unica volta di misteriose complessità e soprattutto di elettronica. Certo come poteva esserlo un'elettronica ancora imberbe nei fine 60, soprattutto se applicata al folk o al rock. Ma nondimeno geniale. E poi il lavoro di produzione, gli arrangiamenti intorno ad una voce di per se duttile, possente, limpida. Merito dell'operazione va a Michael Czajkowski che negli studi elettronici della N.Y.U. School of the Arts ha curato tutta la parte elettronica sintetizzando la voce e la chitarra di Buffy S. Marie. Il risultato è talmente straniante da rendere il disco un'opera bizzarra ed immortale. Perché proiettata fuori dal suo tempo, pur dentro canoni stilistici riconoscibili. E' immensa, folle energia, quella che esce da "Illuminations", e poi i 3 minuti e mezzo di Poppies che chiudono il disco sono puro sogno lisergico, un brivido allucinato che corre lungo la schiena, che potremmo ascoltare subito dopo i 4 minuti e mezzo di Starsailor di Tim, per un atterraggio appena più morbido.