CAPERCAILLIE (Scozia) Un ruscello che si srotola nella landa. Uno specchio d’acqua, lontano, nerissimo, solitario, nel verde intenso dei prati. E nuvole, incombenti, nerissime, che maculano il blu di un cielo forse ancora più incombente. Non ci sono alberi ma una voce che si staglia nel vento, più limpida di un cristallo. È la voce di Karen Matheson, “la più raffinata cantante gaelica vivente”. Canta le canzoni che ha imparato dalla nonna sulle isole Ebridi quando era ancora bambina. Sono melodie antichissime, alcune vecchie di oltre 400 anni, che sgorgano dalla torba delle Highlands scozzesi e che Karen e il suo gruppo Capercaillie riportano a nuova vita. Le resuscitano e ne mantengono intatta la magia con i suoni di cornamusa, flauto, violino e soprattutto con la voce di Karen. Ma le vestono anche con sonorità moderne. Le decorano con la tecnologia, con i colori dei sintetizzatori. Le fondono con i ritmi e le vocalità di altre lontanissime culture musicali. Questa è la proposta di Capercaillie: non filologia bensì innovazione, proiezione nel futuro. Ma non ci sono mai effetti speciali fini a se stessi: sempre sono integrati in una naturale fioritura musicale. Vent’anni di carriera, numerosi dischi con altrettanti premi e riconoscimenti, importanti collaborazioni (anche nel mondo del cinema) hanno fatto di Capercaillie il gruppo più prestigioso della nuova musica celtica. www.capercaillie.co.uk