I Captain Mantell, freschi del loro sesto disco Dirty White King, non amano stare fermi o lasciarsi ingabbiare in un genere predefinito, ma si lanciano in un gioco di rimandi che cattura l’ascoltatore e lo riporta con la mente ai tempi in cui tutto in musica era permesso. Nel nuovo tour affiancano ai nuovi brani estratti dai precedenti lavori, cui hanno donato un differente sound per ottenere l’amalgama ottimale e al contempo offrire al pubblico una nuova prospettiva del loro immaginario sonoro.
“È, per assurdo, un disco con un forte retrogusto Nineties, per il suo inglobare in piena libertà linguaggi differenti senza schierarsi mai apertamente da una parte o dall’altra, né rifiutare il contatto con quel sentire più leggero (pop nell’accezione beatlesiana del termine)” (Michele Giorgi,fonte: http://www.thenewnoise.it/captain-mantell-dirty-white-king)
Dirty White King è di sicuro il disco più scuro e pesante della band fino ad ora. Allo stesso tempo non riesco a rinunciare ad esprimermi attraverso le melodie. Penso che la giusta nota sul giusto accordo siano la chiave della potenza evocativa di un brano. La mescolanza di diversi stili è la vera costante dello stile cangiante della band. Le nostre influenze sono innumerevoli e ci sembrerebbe limitativo prendere una singola direzione e decidere di fossilizzarsi su quella, precludendoci altre possibili vie. (Tommaso Mantelli, fonte: http://www.thenewnoise.it/captain-mantell)
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