Carl Verheyen è un acclamato chitarrista, nominato ai premi Grammy®, nonché cantautore, arrangiatore, produttore e con una ampia serie di pubblicazioni didattiche per la chitarra distribuite in tutto il mondo. Verheyen è anche uno storico membro della band britannica dei Supertramp. Il suo ultimo album Sundial, portato ora in concerto dal vivo, è definito un disco esoterico: composto di rock, funk, ska e afro-pop. Registrato durante la grande pausa dell’anno 2020 è un album all’insegna del “tutto è concesso” con la varietà musicale come filo conduttore. Il brano che dà il titolo all’album è — racconta Verheyen — “un pezzo musicale terapeutico, che mi arricchisce e mi fa star bene ogni volta che mi metto a suonarlo”. Arrangiato con chitarre acustiche ed elettriche, piano, organo e backing vocal, il brano attraversa sonorità jazz-rock, prog-rock e persino folk-rock.
Kaningie è invece un brano strumentale dal ritmo incalzante, ispirato all’atmosfera della classica Soul Sacrifice di Santana. Ricorda Verheyen: “Entrai nei Supertramp nel lontano 1985, all’indomani dell’uscita del loro Brother where you bound, l’album in cui compariva un lungo assolo di chitarra di David Gilmour. Il mio ruolo era di suonare qualcosa di simile durante il tour, non certo un compito facile! [David e io] ci incontrammo per la prima volta nel backstage della Royal Albert Hall. Spiral Glide è il mio tributo a Gilmour, un vero gentiluomo e inesauribile fonte di ispirazione”. Verheyen ricorda che una volta, all’età di quindici anni, mentre era seduto al pianoforte nella hall di un albergo canadese, iniziò a suonare l’introduzione di Bridge over troubled water di Simon & Garfunkel, quando senti una voce familiare iniziare a cantare il pezzo alle sue spalle. Quando si girò rimase sbalordito: era proprio Art Garfunkel! Garfunkel è il pezzo dedicato a quell’incredibile incontro.