Dopo tre anni dal loro ultimo lavoro, “Slow Death”, la band Deathcore californiana lancia “World War X”. Analizziamo l’album in questione partendo dal meraviglioso artwork realizzato da Blake Armstrong. Secondo quanto affermato dal frontman Scott Lewis in recenti interviste, l’idea della band era quella di creare una copertina diversa, con uno stile nuovo e che avrebbe dato molta attenzione ai dettagli. Non c’è molto da dire, se non che la collaborazione con il suddetto artista abbia dato vita ad un artwork a dir poco mozzafiato. Esso rispecchia benissimo, infatti, le tematiche che vedremo trattate nelle liriche.
La title-track, primo brano dell’album e secondo singolo pubblicato, introduce perfettamente la guerra che sta per iniziare, attraverso il rumore delle eliche di un elicottero in volo e i pesanti passi di soldati che marciano. Una base orchestrale e molto suggestiva ci catapulta in terreno bellico. Dopo un minuto di introduzione, ecco la devastante furia di Lewis con il suo inconfondibile scream, alternato ad un growl infernale. I Carnifex mantengono un potente tiro durante tutti i brani presenti in “World War X”, affiancato alla fascinosa base orchestrale che abbiamo visto nell’opener, molto simile alla colonna sonora di un film.
Molto importanti sono i featuring che i nostri hanno scelto in questo nuovo album. “No Light Shall Save Us”, primo singolo rilasciato, è un ottimo brano in cui Scott Lewis è fiancheggiato da Alissa White-Gluz, dalla ormai famosissima band Melodic Death svedese Arch Enemy. I due danno vita ad qualcosa di straordinario. Il brano si conclude con melodie che danno all’ascoltatore un senso di irrequietezza e inquietudine. Molto curioso è anche “All Roads Lead To Hell” in cui, a collaborare con la band statunitense, c’è Angel Vivaldi. Una combinazione insolita ma molto interessante, resa tale soprattutto dai suggestivi e ispirati assoli del chitarrista americano. “World War X” si conclude con “By Shadows Thine Held”, mantenendo costantemente il tiro dall’inzio alla fine. I Carnifex si dimostrano una band ormai matura e capace, ma che ancora sa sorprendere, riuscendo ad unire il Deathcore ad atmosfere cupe e basi orchestrali quasi cinematografiche.