Brume, inverni freddi, lunghi e bui, venti gelidi del Nord che spazzano le strade, immense foreste coperte di neve, mari scuri e burrascosi, è questa l'immagine che spesso suscita in noi mediterranei il Canada, terra dalla quale proviene l'esordiente cantautrice Caroline Keating, ormai da una decina d'anni stabilitasi a Montreal, della cui fervida scena musicale è entrata a pieno titolo a far parte. Caroline Keating canta e suona il piano e si fa accompagnare da Jeremy Gara degli Arcade Fire alla batteria, Sebastian Chow degli Islands al violino e Matthew Perrin al contrabbasso, altri musicisti della scena indie della città del Quebec appaiono di volta in volta alla chitarra, al corno, all'accordion. “Silver Heart” è un disco di canzoni intime e dalla forte carica emotiva, canzoni che parlano d'amore, solitudine, fragilità e lo fanno con quella sottoesposizione composta e quasi severa, tipica dei popoli del Nord, nei suoi versi c'è riflessione, scandaglio non indulgente dell'animo, ma non pathos drammatico, siamo molto lontani dalle calde terre mediterranee, i sentimenti vengono esposti quasi con pudore e con pacata meraviglia: «Love, the strangest thing / A heart can yield». Certo nulla di nuovo sotto il sole, o dovremmo piuttosto dire sotto le nuvole, ma la fanciulla ha delle frecce al suo arco che la rendono decisamente apprezzabile. Innanzitutto i testi, mai banali e lucidamente introspettivi, con un pizzico di autoironia che qua e là affiora, la voce, acuta e leggermente nasale che non disdegna qualche guizzo sperimentale; gli arrangiamenti mai invadenti, ma perfettamente calibrati sulle atmosfere delle canzoni; infine il disco non si muove su un unico mood, ma a brani più squisitamente cantautoriali e riflessivi, come Silver Heart, si alternano quelli più sbarazzini, dagli arrangiamenti swingati, come Ghosts, The Pier o Billy Joel. In conclusione un esordio promettente per Caroline Keating, che la apparenta ad altre poetiche cantautrici nordiche come la prima Frida Hjvönen o Anna Jarvinen, e un nome di cui sentiremo ancora parlare. http://www.carolinekeating.net