Quale sia il suono del deserto difficile dirlo, il suono della sabbia, della morte e del vento. Quale sia il suono del rock del deserto, quello invece è più facile dirlo. Nato nell'assolata terra californiana, terra di spettrali paesaggi desertici oltre che di ville, star e lustrini, l'hanno chiamato stoner. Nulla a che vedere naturalmente con il pilota della rossa Desmosedici, che allora correva scalzo, e ancora libero da ingaggi, per le selvagge praterie australiane. Ma stoner metal. Tosto, nervoso, ossessivo, con voci robuste, ritornelli alienati e un robusto groove psichedelico di contorno. Allucinato, stoned appunto. Il tutto innestato su riffs ultra-heavy rubati direttamente a band come Black Sabbath e Blue Cheer. Furono i Kyuss a dare il via, erano gli inizi degli anni '90 e con l'album Blues for the Red Sun lasciarono il segno. Da lì sono nate poi tante cose, una miriade di gruppi e di progetti, Queens of the Stone Age compresi. Anche i Carusella sembrano provenire da quella storia lì. Sono in due, una ragazza alla voce e chitarra (Tamar Aphek) e un tipo barbuto alla batteria e voce (Guy Shechter). Ma valgono per tredici. Nel loro disco omonimo del 2009, dimostrano di avere le idee chiare. Muscolari, compatti, nervosi, citano i Melvins tra le proprie influenze e infilano spavaldi un pezzo dietro l'altro, senza lasciare respiro. Sono in giro per il loro tour europeo (Italia, Austria, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Svezia ecc.) www.myspace.com/carusella