I Caspian suonano post-rock (poco rock, a dire il vero) rigorosamente strumentale, musica che dovrebbe lasciar spazio all'immaginazione ed invece, in questo caso, serra i tempi, chiude gli spazi, imprigiona i ritmi in un evolversi programmato ed approvato in precedenza. C'è ricerca del bello, del gradevole ad ogni costo, e i risultati si sentono: le armonizzazioni di tastiera in Further up sono toccanti; la conclusione epica e tragica di Loft lo è altrettanto. Eppure tutto si ferma qua, si restringe lo spazio sonoro alla mezz'ora abbondante dell'album, richiudendo dietro di sé quelle porte per una dimensione altra che da un disco del genere ci si aspetterebbe essere spalancate. Manca, insomma, quella sorta di follia visionaria, quel perenne senso di imprevisto che dovrebbe animare i tormenti di un disco strumentale. Quando è già nota la meta a cui si è condotti, non resta che il gusto di scoprire come questa verrà raggiunta. Peccato che, spesso, i Caspian ci tolgano pura questa. www.caspianmusic.net www.myspace.com/caspiantheband www.facebook.com/CaspianTheBand