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CAULDRON

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La Earache si sa, non è nuova ad operazioni che molto sanno di commerciale, e poco di genuino spirito musicale, almeno per quanto concerne questi ultimi anni in cui ha dato prova di saper scovare le band capaci di posizionarsi sulla cresta dell'onda. Probabilmente agli albori non erano queste le intenzioni, ma l'ingrandirsi ed espandersi a vista d'occhio oltre i confini britannici ha certamente portato i gestori a rivalutare il modo di intendere e volere, nonché di agire, di quella che oggi possiamo definire come una major in campo heavy, e punto di riferimento per molti metalheads, sinonimo di qualità per la maggior parte del materiale licenziato a livello mondiale. Tra le band della nuova ondata heavy classico, spuntano anche i canadesi Cauldron, forse fra i più fortunati ad aver ricevuto un'offerta così vantaggiosa, vista la proposta sì interessante, ma più "anonima" rispetto a molti altri blasonati compagni di etichetta. Una riflessione che scaturisce dalla duplice concomitanza di una tecnica efficace ma più elementare rispetto alla media molto alta a cui oggigiorno si è abituati, ed un songwriting che deve moltissimo ai cliché più in voga nel panorama metal, più pronunciati rispetto alle altre giovani formazioni che impazzano nel mercato discografico. Ma si sa, la passione trascende questi particolari, e nonostante i toni forse polemici nei confronti del trio tenuti sino ad ora, mi ritrovo sempre ad ascoltare con piacere "Chained To The Nite", scoperto grazie alla compilation (sempre edita dalla Earache Records) "Heavy Metal Killers", nella quale i nostri comparivano con "Chained Up In Chains" (trovate la recensione sempre ad opera del sottoscritto sulle pagine di Shapeless, con tanto di menzione a sfavore dei Cauldron... per la serie, si è sempre in tempo per ritornare sui propri passi, N.d.P.). Per chi non conoscesse direttamente i nostri eroi, il passato li ha visti farsi le ossa con il monicker Goat Horn, heavy doom metal sempre ispirato alle sonorità del passato, almeno per quanto riguarda il bassista e cantante Jason Decay, con due album all'attivo nel 2001 e nel 2003; la prima incarnazione dei Cauldron prende vita nel 2006, e dopo un solo Ep nel 2007, ecco che viene dato alle stampe il qui recensito album. Recensione "postuma", in quanto il trio è quasi pronto a licenziare sempre per Earache il nuovo full length "Burning Fortune" il prossimo gennaio 2011; 9 brani per 43 minuti di musica, e come è d'uso per le band Earache, un ulteriore dischetto con 2 canzoni bonus per una decina di minuti extra nel caso di acquisto dell'edizione limitata. Atmosfere sognanti, il giusto dosaggio di armonia ed "aggressività elettrica", refrain che si stampano in testa con grande semplicità, fanno di quest'album un compromesso che potrà garbare a molti nuovi amanti della vecchia guardia, con cavalcate come "Conjure The Mass" e "Dreams Die Young", dal riffing ispirato ma al contempo immediato, capace di unire saggiamente quanto di unico hanno lasciato l'heavy americano e la NWOBHM, senza dimenticarsi di quel passato vicino al doom, omaggiato a più riprese lungo tutto lo scorrere del platter. La triade "Witch Trail", "Midnite Hour" e "Chains Around Heaven" chiude questa prima fatica imprimendo un sigillo ed un marchio di fabbrica targato Cauldron, mostrando l'intenzione di mantenere una propria personale impronta, del tutto derivativa nei confronti dei mostri sacri che hanno preceduto i canadesi, ma pur sempre mostrando come sia fattibile definire una propria "iconografia" anche ai giorni nostri, facilmente riconoscibile e riconducibile alla stessa matrice originaria. Da sottolineare come "The Striker Strikes" e "Restless", le due bonus track citate in precedenza, si attestino su livelli anche più elevati delle vere e proprie tracce dell'opera prima, sintomo che i nostri sono stati in grado nel frattempo di raggiungere una certa maturità compositiva. Un assalto all'arma bianca, in un'unica ondata che avvolge l'ascoltatore dalla prima all'ultima traccia, lasciandolo respirare con molti momenti dedicati alla melodia e ad interventi acustici, che spezzano l'incedere comunque sempre ragionato di una formazione che non si getta a capofitto in ritmiche serrate, ma è capace di incanalare l'attenzione con una serie di mid tempos dal forte sapore 80s, magnetici per quanti tutt'ora apprezzano il revival della musica che fu e continua a rivivere grazie ad una miriade di accaniti fan, che non smettono di sognare e nutrire le proprie speranze di un ritorno in grande stile del movimento che ha dato vita alla nostra stupenda colonna sonora di tutti i giorni. Staremo a vedere se i Cauldron sapranno ripetersi nuovamente, ancora una volta supportati da una realtà discografica capace di fornir loro una visibilità ben superiore di quanto la maggior parte delle bands di questo mondo possa anche solo sperare, e per questo incoraggiati a dare il massimo per non deludere le aspettative di tutti i metalmaniacs... supporto! www.myspace.com/cauldronmetal

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