Da venerdì sarà in radio “Nessuno vuole essere Robin”, il secondo singolo estratto dal disco “Possibili Scenari”. "Questa canzone", come ha più volte spiegato Cremonini, "è un flusso di coscienza personale, mi è esplosa fra le mani come una detonazione ininterrotta dall’inizio alla fine del brano”.
L’imbarazzo di una supplica, il timore malcelato di mostrarsi fragili, un cane da compagnia ormai più compagno che cane, sono alcuni dei segni strategici di un brano che non trattiene le parole, ma le innalza a pensieri e riflessioni universali sulle "contraddizioni di un'epoca in cui la legittima ricerca di sicurezza e di benessere personale coincide con la paura e la sfiducia nel prossimo".
Sulla scena compaiono gli eterni temi della maschera, della solitudine, dell’inadeguatezza di un uomo schiacciato dall’onnipresente ostentazione di sé imposta dal copione della società. “Tutti col numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori”, canta Cremonini in uno dei versi più amati della canzone. "L’origine di questa intuizione è il mutismo generazionale che ci vede impacciati nel compiere il gesto più eroico: ammettere di non essere invincibili".
Cremonini, dopo la pubblicazione del primo singolo “Poetica”, con “Nessuno vuole essere Robin” inquadra, con il suo personale sguardo, i rapporti di coppia, evidenziando il paradosso di un’epoca post-moderna “ancora sorprendente rispetto al passato, ma priva di straordinarietà nella routine del racconto quotidiano sui social network", come la definisce lui stesso.
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