A Chris Imler piace suonare la batteria in piedi.
È il dandy con l’offbeat assassino, o, come disse una volta un importante giornale tedesco, il “Grand Seigneur dell’underground berlinese”.
Ha lasciato il segno in innumerevoli affari musicali berlinesi da molto prima della caduta del muro, con The Golden Showers, Peaches, Oum Shatt, Driver and Driver, Die Türen, Jens Friebe, per citarne solo alcuni.
Negli ultimi dieci anni si è fatto amare in tutta Europa anche come artista solista.
Operation Schönheit (in tedesco “Operazione Bellezza”), in uscita il 1° Aprile per Fun In The Church / Staatsakt Recs, è il suo album più bello ad oggi.
Ma il mastering di Benedikt Frey quasi sovverte la sua stessa bellezza grazie a una moltitudine di suoni di synth sferraglianti e ingarbugliati, come fosse un “audio-lifting” di cui lo scienziato pazzo ha perso il controllo.Ma pur sempre nella tradizione del filone più sperimentale ed elettronico del post-punk da cui Imler e il suo unico groove provengono.
Non ci vuole una conoscenza approfondita della scena berlinese più underground per capire che il trucco sotto al citato groove Imleriano consiste di un ritmo che canta, un canto che balla e un look magnetico.