Ieri, in mezzo a bollette, fogli pubblicitari e lettere, dentro la nostra buchetta c'era un pacchetto che non ci aspettavamo arrivasse in così poco tempo. Tagliamo la parte superiore e un disco completamente argentato con la scritta CHROME HOOF in rilievo sulla copertina, fa capolino dalla carta da pacchi. Le ditate che lasciamo urlano "maneggiare con cura". Lo apriamo: c'è una foto dei dieci componenti del gruppo (che alleghiamo sotto a destra): due donne e cinque uomini in tuniche argentate con cappuccio a formare un triangolo. Due uomini portano maschere platinate che sembrano venute fuori da un video dei Rammstein. Agli apici del triangolo tre donne: due con vestitino corto anni sessanta sempre argentato e occhiali spaziali che suonano trombe medievali. La terza, davanti a tutti, coi suoi occhiali scuri e la veste nera sembra la versione femminile di Mick Collins (cantante dei Dirtbombs). Bene, questa foto è l'esatta contropartita visiva di quello che trovate sul disco. Questa band suona come niente abbiate mai ascoltato fino ad ora. Meglio: come molte cose ascoltate fino ad ora ma mai tutte insieme. Un album lontano anni luce dai circuiti commerciali, lontano anni luce dalle vendite di cassetto. Il genere? In questo caso non conta, comunque per i curiosi questa è la nostra definizione: prog-gothic-orchestral-metal-punk-funk. E, credeteci, siamo stati concisi. Comincia l'ascolto: l'impressione di essere stati calati in un girone dell'inferno con i diavoli ad attenderci a braccia aperte e gli Slayer a deriderci dall'alto dura appena un minuto e cinquantotto secondi, il primo pezzo. Poi fionde giganti ci gettano fra battaglie interstellari e deliri prog. La cantante, Lola Olafisoye, scaglia la sua voce soul in mezzo a cavalcate furiose di batteria, fiati funk e impeti gothic ; un ibrido di Tool e Funkadelic, con tutta la potenza di un'anima nera (in tutti i sensi) a spremerci sopra litri di soul. James Brown a un concerto dei Goblin. Grace Jones versione doom metal. Dentro a questo disco c'è veramente tutto. C'è anche spazio per il jazz-rock sperimentale alla Zappa e l' electro (ci siamo dimenticati qualcosa?). La cosa incredibile è il grado di fusione di questi stili. Come bere un cocktail perfettamente miscelato, gustarne il sapore e riconoscerne gli ingredienti uno ad uno. Confessiamo che l'ascolto in alcuni punti non è facile ma ce lo aspettavamo: pazienza, questione di tempo. Oggi non è facile trovare una band del genere. Nessuno spazio per le mode. I Chrome Hoof da Londra - Regno Unito, suonano la "loro cosa" e ci lasciano pietrificati davanti a tanta personalità. Il disco lo consigliamo a chi ha voglia di mettersi musicalmente in gioco...A tutti gli altri diciamo: state attenti. Gli ingredienti usati nell'album sono facilmente "infiammabili", il miscuglio crea forti detonazioni per l'apparato uditivo. STARE ALLA LARGA. www.chromehoof.com www.myspace.com/chromehoof