Descrivere un mondo di bellezza, evasione, dolore, smarrimento e catarsi di solito chiede uno sforzo di fiducia e portarlo in musica è un’impresa pressoché impossibile. Il logorio moderno ci stringe per la gola, non abbiamo il tempo per abbandonarci e lasciare che la nebbia, il mistero e lo scintillio dell’universo scavino attraverso i nostri occhi e facciano breccia nella nostra mente. Ci sono delle eccezioni però, Cindy Lee è una di queste.
Patrick Flegel aka Cindy Lee è stato cantante e chitarrista dei Women, leggendaria band canadese e per un breve periodo ha preso le sembianze di Androgynous Mind. Negli ultimi quattro anni si è dedicata meticolosamente alla costruzione del suo piccolo universo fatto di no wave, doo-wop e noise. Potremmo usare una sola analogia per descrivere ciò che la musica di Cindy Lee trasmette: prendete fuori la vostra copia degli Swell Maps, non pensate al genere, ascoltate l’esatto momento in cui Blenheim Shots diventa Raining In My Room. Quei trenta secondi è quello di cui stiamo parlando, quella sensazione, pura estasi.