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CLAUDIA FOFI

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L'artista umbra, propone undici brani di canzone d'autrice, frutto di una lunga sintesi di scrittura di testi e di poesie, di arie musicali e canzoni vere e proprie, incisi con una line-up di grande spessore che vedi schierati: Ares Tavolazzi al contrabbasso, Alessandro Gwis al piano, Alessandro Paternesi alla batteria e Paolo Ceccarelli alle chitarre.
Sono brani senza tempo, scritti nell'arco di oltre vent'anni, che non rispondono a esigenze di struttura o di genere. Un lavoro che regala il piacere di un continuo naturale interplay tra la scelta di arrangiamento minimale dell'autrice, e la sensibilità dei musicisti, lasciati liberi di interpretare. E che a loro volta hanno saputo cogliere la complessità del progetto e al tempo stesso la naturalezza di queste canzoni non etichettabili. Con i toni più dolci e un'apparente semplicità la Fofi racconta nei suoi testi una visione del mondo che arriva dritta al cuore, dove a ogni parola corrisponde un senso dato dalla voce, da un respiro, che se c'è è perché serve. Non un “di più” in Teoria degli affetti, nessuna nota di troppo. Niente di scontato in quest'omaggio ai tanti mondi musicali che hanno attraversato la vita dell'artista, dal blues al jazz, passando per la musica classica, fino al rock e al pop.

Il disco si apre con una power ballad con riverberi quasi soul, “Se tu”, per passare al blues di “Figlia di un Dio minore” e approdare a “Basso albertino”, dove un accompagnamento settecentesco fa da contrappunto all'impianto destrutturato del pezzo, che va nella direzione di una sperimentazione amorfica. Una riflessione sul migrare umano come esperienza che ci riguarda tutti è il tema centrale de “La valigia dello straniero”, composta per uno spettacolo teatrale - filo conduttore una famosa poesia di Antonio Machado (Caminante) con una musica che fa pensare a Mozart che suona il flamenco. Di nuovo poesia musicata in “Canto”, una dichiarazione d'amore per la propria arte in cui emerge anche tutta l'inquietudine legata al ruolo dell'artista e al suo limite. "La mente vuole amore" brano centrale dell'album, con un testo dagli accenti ironici, è stata in parte arrangiata da Ramberto Ciammarughi. L'effetto carillon iniziale di "Ancella del sorriso" serve a introdurre una canzone rivolta e dedicata alla figlia della Fofi, un'esortazione e non cedere alle lusinghe e alle illusioni di una società basata sul conformismo e sul consumismo. Il testo di "Travolto dalla piena di te stesso", quasi un tango, è una rielaborazione di alcuni dialoghi tratti dal Cimbelino di Shakespeare, usati per costruire una canzone con un testo assolutamente letterario sul tradimento. Scritta nel 2018, "Italia" è la canzone più recente dell'album. Una specie di marcia funebre con un testo che non fa sconti. "Lasciamo che il vento lavori" è un brano strumentale (con l'inserimento in fase di registrazione di un breve testo) nato durante la gravidanza dell'autrice. «Suonavo e risuonavo questa musica, giorno dopo giorno, aspettando la nascita di mia figlia. La struttura formale, con l'esposizione, le variazioni, la ripresa finale, mi ha sempre fatto desiderare di provare a orchestrarla. Chissà, magari un giorno lo farò», sottolinea la Fofi. Il disco si conclude con "Avessi", brano nato  da un'improvvisazione con Paolo Ceccarelli. «Volevo inserire in quest'album, che è una dichiarazione d'amore per la canzone così come l'ho saputa scrivere nella mia vita, una poesia, un testo non cantato e al tempo stesso un vocalizzo senza parole, che credo costituisca il prossimo passo della mia ricerca - è sempre l'autrice che parla - e questo è il termine dell'album, forse un modo per salutare la forma-canzone, forse per omaggiare la poesia e lo stretto legame che vincola questi due modi dell'espressione umana universale».

Cantautrice, poetessa, scrittrice, performer, musicoterapeuta ed educatrice della voce, Claudia Fofi inizia a comporre canzoni nel 1995. Nel corso della sua carriera ha conquistato numerosi Premi (Grinzane Cavour, Ciampi, più volte finalista al Premio Città di Recanati-Musicultura, Canzone di Pace, Premio Logic al Mantova Musica Festival con il progetto Le Core, finale di Arezzo Wave), si è esibita in giro per l'Italia e all'estero tra club, festival e rassegne, ha composto musiche per cinema e teatro, ha pubblicato cd e libri, proponendo anche numerosi concerti&reading poetici. Ha collaborato come autrice negli album della Med Free Orkestra, con Sara Jane Ceccarelli e Sara Marini (con la quale ha conquistato la finale al Premio Parodi nel 2014). Con la poesia ha esordito nel 2016 con la silloge "Odio le ragioniere", da cui ha tratto uno spettacolo. Nel 2019 ha pubblicato il suo nuovo libro, "Post-Post", una raccolta di post di facebook. Tiene seminari sulla voce e sulla scrittura della canzone ed è direttrice artistica del Festival Umbria in voce. Trainer olistico della voce e del suono, musicoterapista, ha messo a punto un proprio approccio di lavoro, Voce Creativa™. "Teoria degli affetti" è il suo terzo album, il primo edito da una casa discografica, e arriva a distanza di sedici anni dalla sua ultima autoproduzione, "Centrifuga", del 2003. Il suo primo album, anch'esso autoprodotto, risale al 1998 e s'intitola "Un sogno blu".

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