Quarto album per Cletus, progetto che pulsa dalla fine dei ‘90 nell’area post industriale dei Docks Dora per volontà e impegno di Stefano Danusso che ne è da sempre l’ispiratore e lo spirito guida.
Da sempre pensato come un “open ensemble” strumentale, in cui la prima scrittura di Stefano Danusso viene “rimasticata” dagli altri componenti. Il terreno che ognuno fertilizza con tutto il proprio bagaglio emotivo e di formazione. Capita così che le composizioni abbiano di base una chiaro incipit elettronico o post-rock per poi sfociare in aperture corali dal sapore jazz, o addirittura richiami prog o perfino punk/hardcore. Il tratto identificabile e inconfondibile è comunque unapersistente melodicità, una sorta di “canto” degli strumenti che li avvicina più ai Jaga Jazzist che ai Tortoise...