A cinque anni di distanza dal singolo Sergio Leone e a ben undici inverni da “Anima e Ghiaccio“, che iniziò ad insegnarci a tenere la testa alta anche quando, nelle avversità, ci sentiamo sfiniti, questo nuovo lavoro è, a livello stilistico ed emozionale, forse il più compatto di tutta la discografia della band romana. Nei suoni, negli arrangiamenti, nelle citazioni: “Adversus” segna infatti un nuovo inizio musicale per i veterani Danno, Masito e DJ Baro. Eravamo rimasti a Sergio Leone e alla sua conta, uno per la musica e cinque per come je sto. A dire il vero, pensavamo tutti che il nuovo dei Colle Der Fomento potesse ricalcare ancora quel trend, continuando la strada delle prese di posizione in un mondo dell’hip hop povero di novità e mutamenti.
Lo scrauso giù di brutto ci rimane ancora, in effetti, e la Taverna Ottavo Colle ha riaperto i battenti, ma questa volta senza quel crossover strumentale le aperte denunce di vent’anni fa. I romani infatti si avvalgono di Roy Paci per registrare Polvere e renderla ancora più cupa e riflessiva di quanto non lo sia, citando Kassovitz e configurando la morte necessaria come l’asciugarsi dell’asfalto dopo la pioggia. Si accompagnano al milanese Kaos per rendere ancora più pungenti ed ammanigliate Miglia e promesse e la ripresa della sopracitata Sergio Leone; Noodles, il brano più intenso di “Adversus”, è una perla di rara bellezza in quanto a descrizioni, dichiarazioni ed entrate in scena.
Anche se non sono più hardcore come i Growing Concern, i Collescrivono un’altra pietra miliare sul loro lungo percorso. In un anno, in Italia, come questo 2018, così difficile per chi milita, chi lavora, chi studia, chi legge i libri, chi sopravvive e chi lotta, “Adversus” può realmente rappresentare un appiglio musicale saldo ed insormontabile, più di quanto non lo fu, per esempio, quel “Scienza Doppia H”, uscito alle soglie del nuovo millennio.