L’anguilla rappresenta un enigma. È pesce ma anche altro, serpente, verme, mostro marino. La sua enigmaticità muove curiosità e diventa eco di interrogativi comuni a molti. La figura dell’anguilla spinge a perseverare nella ricerca, a prescindere da quanto tempo sia necessario o da quanto disperata sia l’impresa. La sua vita è un dilemma che spinge i ricercatori all’ostinatezza. “Anguille" è un disco di perseveranza e trasformazione, nato e cresciuto in tempi di lontananza e limitazioni ha cercato di trasformarsi in un’occasione per esplorare nuovi orizzonti. È un disco realizzato in due anni e per scelta inciso non in studi di registrazione ma in luoghi altri, quali lo spazio teatrale dell’Arboreto di Mondaino e una casetta di Cartoceto nelle Marche: dimensioni che hanno permesso l’esplorazione dei luoghi stessi della residenza, fornendo la possibilità di ampliare gli orizzonti uditivi e immaginativi. La produzione vede in regia di registrazione, missaggio e mastering Mattia Coletti.
La registrazione iniziale ha coinciso con un lavoro più ampio realizzato con Mara Cerri che mirava all’elaborazione, attraverso immagini e suoni, di forme sottilmente illusorie, le quali anziché risolvere l’ambiguità del presente lo rendessero ancora più misterioso; ciò che si pensa di conoscere o di aver compreso si rivela essere altro, ciò che è familiare diventa improvvisamente non familiare. I testi sono elaborazioni di o testi poetici per intero, rappresentano un “a capo” costante, un vertere continuo per un nuovo inizio.
Hanno collaborato a questo disco Tim Rutili dei Califone e Troy Mytea aka Dead Western con le loro voci meravigliosamente stranianti e Luca Cavina con stilosi bassi e synth, imprescindibile.