COSMIC ROUGH RIDERS Enjoy The Melodic Sunshine Sognando la California... Provando a fare i Beach Boys non già sulle ampie e luminose spiagge di Malibu e Santa Monica, ma tra i grigi profili urbani di Glasgow. In fondo bastano un po' di fantasia e una buona collezione di vinili d'annata a disposizione sugli seaffali della discoteca di casa. Daniel Wylie, cantante e compositore principale dei Cosmic Rough Riders ha potuto disporre facilmente di entrambe le cose ed il sortilegio sonoro che ne ha cavato ha finito per catturare presto le attenzioni e l'entusiasmo di un Alan McGee alacremente impegnato a scrivere un altro importante capitolo nella sua storia di talent scout e discografico dopo quello chiuso lo scorso anno con la fine della Creation. Chi gli sta più vicino è pronto ad assicurare che era dai tempi in cui aveva messo sotto contratto gli Oasis che il vulcanico McGee non aveva più perso la trebisonda per un gruppo come gli è accaduto per questi cinque connazionali completamente persi in meravigliose fantasie surf e folk rock. Come dargli torto del resto dopo aver ascoltato quel che i Cosmic Rough Riders gli hanno messo tra le mani con questo "Enjoy The Melodie Sunshine" dopo avar provveduto essi stessi ad affacciarsi alla ribalta discografica indipendente con un altro paio di album autoprodotti: "Deliverance" e "Panorama"? Se i Primal Scream di Bobby Gillespie avevano così fatto breccia nel suo (e nel nostro) cuore con le dotte citazioni byrdsiane disseminate nel programma di "Sonic Flower Groove", analogo è il "misfatto" che Wylie e compagni hanno compiuto attingendo a piene mani (e voci) ai Beach Boys di "Pet Sounds" e sfornando le ariose melodie e le perfette armonie vocali che si ascoltano in "Brothers Gather Round", "The Gun Isn't Loaded", "Baby, Sou You So Free", "Have You Heard The News Today?", "The Pain Inside" e "The Loser". La storia ripete se stessa, insomma, a dispetto di quel che sostengono filosofi e politici, ma almeno in casi come questo non c'è davvero ragione di dolersi delle sue tentazioni passatiste: canzoni come queste non possono proprio nuocere a nessuno. Al contrario possono dimostrare una volta di più che il senso della melodia e il gusto per una buona armonizzazione appartengono al codice genetico della specie umana e non soltanto ad un particolare momento della sua evoluzione. Insieme a quello al quale ci hanno invitato gli americani Cotton Mather "Enjoy The Melodic Sunshine" è il più fantastico viaggio attraverso il tempo che il rock ci abbia proposto nel 2000.