Craig Harris/Soul within the veils E' presumibile che con la simile sfilata di talenti, uno dei maggiori trombonisti degli anni ottanta sia costretto a ricorrere all'autoproduzione? Eppure è così, e il risultato è solo un amaro commento allo stato attuale dell'industria discografica, interessata a nient'altro che non sia l'ennesima imitazione di Frank Sinatra. Al di là di ogni considerazione di marketing, peraltro, quel che conta è la musica, e l'esito è senza dubbio vincente. Si tratta, in breve, di una ALL STAR BAND messa in piedi da Harris per celebrare il centenario della pubblicazione di The Souls Of black Folks di W.E.B. Du Bois, uno dei testi basilari nella storia della letteratura afroamericana (e, fa piacere dirlo, di prossima uscita - meglio tardi che mai- anche in Italia) la musica è densa, magmatica, traboccante di passione e negritudine, secondo la lezione dello stesso Du Bois " A volte è fede nella vita, a volte è fede nella morte, a volte è certezza di un'infinita giustizia in qualche giusto aldilà. Ma, comunque sia, il significato è sempre chiaro: prima o poi da qualche parte l'uomo giudicherà i suoi simili per la loro anima e non per la loro pelle. Oltre ai roventi, furibondi assoli di Coleman e Lake - ma non è una novità - sorprende un Byron che si toglie la maschera dal supremo autocontrollo dei suoi lavori Blue Note e si getta nella mischia senza remore. Fantastica la sezione ritmica (termine in questo caso penosamente inadeguato), con El Zabar peraltro nella parte del griot, autentico tessuto connettivo tra Africa e America. Riascoltare la voce del trombone di Harris , infine fa venire i brividi.Un album MEMORABILE. www.craigsharris.com www.myspace.com/craigharrisandthenationofimagination