AVIGLIANA - “Il cuore me l'avete strappato, ma l'anima non la potete cambiare, e domani potrei diventare un leone e allora sì ...che mi dovrete ammazzare”. Recita così il brano “Cuore di Scimmia”, manifesto dell'omonimo gruppo che negli anni '90 scorribandava anche nella nostra valle. Si preannuncia quindi un lieto amarcord quello in programma giovedì 8 maggio a Laghironda. Infatti, su iniziativa dello storico bassista Gianni Scaranari, è previsto un incontro con cena rivolto ad amici, fans e curiosi al quale farà seguito un live che ripercorrerà tutta la storia della band. Prima sotto l'egida di Disorder ('90-'93), poi tradotta in Cuore di Scimmia ('95-'98) il progetto negli anni ha prodotto tre album e una compilation. Il primo contratto discografico è del 1992 quando la Videoradio (figlia della Videostar di Milano) pubblica per gli appena ventenni Disorder, l'album “The Grip of the Snake”. La “stretta del serpente” ha distribuzione nazionale, l'lp è nel circuito di Ricordi e questo lì porta a suonare da Roma a Torino in piazze e festivals. La partecipazione televisiva per il “Telefono Azzurro”, il concerto multietnico in piazza San Carlo a Torino (con immagini trasmesse al tg3), le recensioni su Rockerilla, Mucchio Selvaggio e Novella 2000, le partecipazioni radio (fra cui anche Radio Deejay che ha mandato in onda “Lifeline”) hanno acceso un grande interesse intorno al gruppo. «Purtroppo però se i dischi si vendevano – racconta il cantante Fabrizio Arvat – noi non abbiamo mai visto una lira». Dopo la rottura con la Videostar il contratto capestro ha obbligato il gruppo a stare fermo per un periodo e successivamente cambiare nome. L'esperienza ha comunque posto le basi per i nuovi Cuore di Scimmia, con la medesima formazione in scena dal 1995. L'album di esordio si chiama “Paradigma”, un cd di sette brani in italiano (questa volta autoprodotto) registrati in un paio di pomeriggi. Il disco incontra subito gli stessi favori di critica e pubblico e i quattro ragazzi partecipano a tutti i concorsi piemontesi classificandosi spesso primi o secondi. La band viene inserita nel catalogo "Giovani Artisti Piemontesi" edita dal Comune di Torino, partecipa alla "Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo" e appare nella compilation "Torino Live '95" con il brano "Tra cielo e terra". Il 1997 è l'anno del secondo album "Evoluzione", altre nove tracce che testimoniano l'avvenuta maturazione dei singoli musicisti. Questo contiene il brano "Giovane Falco" richiesto e concesso, in una versione più acustica, dal progetto internazionale del recupero dei giovani ex-detenuti, “Progetto Itaca”. Nello stesso anno suonano ai "Mondiali di Sci" di Sestrière e al secondo "Salone della Musica" di Torino, invitati dalla Emi che concede loro il palco e la possibilità di confrontarsi con una realtà più grande. L'attività live registra circa 50 concerti l'anno e i confini della band si allargano. E' ancora nel '97 che viene attivato il sito ufficiale (al tempo una cosa piuttosto rara) e nasce la fanzine. Quasi per gioco viene registrato in una notte "riCOVERateci vol. 1", raccolta in cui il gruppo si cimenta nell'interpretazione di artisti che in qualche modo hanno condizionato il loro stile. Nel 1998 la mole dei concerti è in costante aumento, il gruppo apre anche il live a Susa di Morgan con i Bluvertigo e si chiude in studio per preparare il promo da sottoporre alla Emi. Proprio in quest'occasione, proprio come nelle più tristi storie della musica rock, il gruppo si sfalda. Incomprensioni, litigi e forti tensioni fanno da padroni, da qui l'uscita del chitarrista Max Finotti prima e il lento svanire del gruppo poi. «Il nostro problema è stato che eravamo troppo giovani – racconta Fulvio Cattelino, bassista – e non avevamo un guida adulta a cui fare riferimento». «Ma col tempo i ricordi più brutti sono i primi ad andarsene per lasciar spazio a ciò che di più bello è stato vissuto - conclude Gianni Scaranari – e questo per noi vuole essere solo un giorno di festa».