La nuova fatica dei Cybersadic si chiama “Droga alla massa”, titolo provocativo e tutto sommato efficace, ma che resta l'unica cosa incisiva di questo lavoro. In linea con la musica che questo gruppo si propone di fare, ma completamente fuori da ciò che invece riesce a produrre. I Cybersadic danno vita ad un suono elettronico che fa fatica ad ingranare, ripercorre strade intraprese da tanti, tanti prima di loro, ricorda lontanamente i Depeche Mode, ma ne riprende solo una minima percentuale di energia. Proprio come un chewingum d'acciaio, l'elettronica di questa band campana non si fa masticare. Tralasciando le imperfezioni sonore, come ad esempio il distacco della voce dal suono ed il suo giacere in un piano completamente differente dall'xy bidimensionale delle sonorità del disco, i pochi spiragli di luce di questo album – come il finale di “La danse sadique” – non contrastano l'esercito di sbadigli generati. “Droga alla massa” resta un prodotto poco appetibile, pronto a restare nella mente (purtroppo) di pochi e con un suono che si propone di prendere a pugni lo stomaco di chi ascolta, ma che fallisce il suo obiettivo, anche abbastanza miseramente. www.myspace.com/cybersadix Nel 2010, assieme ad altri esponenti dell'arte campana, fondano la Machina Lab, community attiva nella promozione e nella diffusione artistica in tutti i suoi aspetti, che siano essi musicali, figurativi o performativi. Nasce con l'impulso di creare nuovi spazi alternativi nella scena partenopea, extraterritoriale ed extraterrestre. Fanno parte di Machina Lab i Cybersadic, i Khymeia Project , Dj Rocco Tanjevic , Dj Blondie, Lester Wong e il fotografo Ivan Caso. www.facebook.com/cybersadic