Il racconto della contemporaneità passa anche attraverso i diritti delle donne, l’emancipazione, la battaglia per la parità di genere e la sicurezza su lavoro. Sacco ricorda il tragico incendio della fabbrica Triangle nel brano “New York 1911”. Fu il più grave incidente industriale della storia di New York, causò la morte di 146 persone (123 donne e 23 uomini) ed è uno degli eventi che ha portato a ricordare ogni anno la ‘giornata internazionale della donna’.
Nel brano “La rosa violata”, la voce di un padre racconta la violenza subita dalla figlia sulle note di una ninna nanna.
Una nuova “Babele” è il frutto della storia, un processo inevitabile di “stratificazione” che rappresenta l’unica via di progresso. Nei brani “Una nuova Babele”, “Gardé” e “La lunga strada”, scritto da Massimo Bubola, la contaminazione è una fonte di ricchezza che genera un valore aggiunto superiore alla somma delle singole componenti. E così, anche La lunga strada (11) percorsa dai musicisti è storia di incontri e di suoni.
Il tema della ri-partenza e della capacità di voltare pagina, caro al cantautore, si ritrova in “Spazza via”, “Vedrai” e “Io vivo ancora”.
Nell’album trova spazio una parentesi intima, introspettiva e romantica da “Sarò qui per te” a “Ciao vecchio amore mio”, brano nel quale si guarda ad un amore passato a distanza di tempo, come in una soggettiva.
L’album è suonato da Danilo Sacco (bouzouki in “La lunga strada”) con Valerio Giambelli (basso, chitarre e bouzouki), Andrea Mei (piano, tastiere, hammond fisarmonica, programmazioni), Marco Mattei (batteria, percussioni, programmazioni), Ermanno Antonelli (mandolino in “Marzo 1911, chitarra slide in “Spazza via”), Elisa “Ellis” Tartabini (voce in “Marzo 1911” e cori in “Sarò qui per te” e “Io vivo ancora”) e la special guest Neil Zaza (chitarra solista in “Una nuova Babele”).