Immaginiamo che tutti i veri fan della scena black metal si siano segnati già da tempo il nome dei Dark Fortress. Comunque, se mai qualcuno avesse vissuto su Marte nell'ultimo lustro, ecco arrivare l'ennesimo piccolo gioiellino della formazione tedesca, utile per destare definitivamente l'attenzione dei ritardatari e per rinfrescare la memoria di chi, nel recente passato, si era entusiasmato all'ascolto dei vari “Tales From Eternal Dusk”, “Profane Genocidal Creations” o “Sèance”. Ormai stabilmente accasati presso la Century Media Records, i nostri sembrano avere preso conoscenza delle proprie forze una volta per tutte, tanto che questo nuovo “Eidolon” appare sin dalla prima fruizione come l'opera più curata e ambiziosa della loro discografia. Non la più coinvolgente in assoluto, visto che il debut – almeno alle nostre orecchie – continua a rimanere l'apice qualitativo della band, tuttavia stiamo comunque parlando di uno dei dischi black metal più validi pubblicati negli ultimi tempi. Partendo da un artwork elegantissimo, per arrivare a una produzione piena e assolutamente azzeccata, “Eidolon” non presenta una virgola fuori posto, ponendosi subito come serissima alternativa ai recenti dischi dei vari grandi nomi della scena. La musica, poi, è proprio quella che ci si aspetterebbe da una band ormai esperta e affermata come quella in questione. Black metal moderno, cangiante, a tratti squisitamente thrashy nell'impostazione, ricco di spunti accattivanti. Gli indiscussi eroi del gruppo, i Dissection, vengono citati immediatamente, con l'attacco della splendida “The Silver Gate”: riff thrasheggianti, melodie assassine, atmosfere magniloquenti, una sfilza di break uno migliore del'altro. Dopo questa prima rasoiata, la tracklist si fa assai variegata, offrendo pezzi sulla falsariga dell'opener, così come tracce più atmosferiche e controllate (realmente ottima “Antiversum”). Meritano invece un discorso a parte “Baphomet” ed “Edge Of Night”, due irriverenti midtempo quasi black'n'roll… più Satyricon dei Satyricon stessi! Entrambi dei gran pezzi, soprattutto il primo, nel quale va segnalata la presenza del mitico Tom Gabriel Fischer alle backing vocals. In generale, comunque, l'album suona più compatto e aggressivo rispetto a “Sèance”, opera che, al contrario, prediligeva composizioni maggiormente “rilassate”. Oggi c'è senz'altro più rabbia in seno al gruppo, anche se, nonostante tutto, quest'ultimo evita sempre di dare ai brani un taglio esageratamente caotico e furioso. Black metal concepito e suonato con classe, insomma. Dopo cinque full-length tutti di buon (se non ottimo) livello, sarebbe proprio un delitto continuare a considerare i Dark Fortress un nome come tanti.