Nella vita a volte ci si imbatte in strani personaggi; io ho avuto, tramite vie sinistre, la fortuna di conoscere già da qualche anno l’Uomo Morto e resuscitato dalle ceneri del The Big Sound Of Country Music. Ora è tornato con un nuovo album che già dal nome promette di non passare inosservato Electro Voodoo (Afro Epilettoid). La danza nera elettrica parte con Blue Mud Bay e Diego DeadMan Potron ha un suono più incazzato che mai, inarrestabile come l’attitudine di chi sa cosa vuol dire sprecare il proprio tempo, ma non ha voglia di buttarlo in cazzate. Con Bible & Pistol il trash blues del barbuto one man band incomincia a vedere quella luce divina che illuminava i campi di cotone in cui lo spiritual teneva a galla gli schiavi di colore; quello che non posso avere lo distruggo, come diceva tanti anni fa un mio caro amico. Death Come to My House e Demon in My Ass sono due tracce infernali … riff distorti e ossessivi in cui il monobanda in questione sembra avere un’orchestra personale invece di suonare tutto da solo. Black Woman mi lascia senza parole come l’idiozia di chi pensa che il colore della pelle nel 2013 possa ancora essere una discriminante. I Do my Voodoo è un viaggio introspettivo negli inferi della solitudine più nera, come solo il caro e vecchio blues riesce a farti fare. Con Birthday Cake ci arriva un altro regalo dall’autore di questo album, che di candeline nella vita sembra averne spente tante; il mio augurio è quello che almeno un paio di desideri si siano avverati. Il tutto si chiudo con Drunking e io la dedico a tutti i compagni di sbronze con cui ho avuto la fortuna di condividere una porzione di bancone di qualche sgangherato bar … perché laggiù ci sono delle verità che a volte è proprio difficile tirare fuori.www.facebook.com/diego.potron