Giunti al loro quinto lavoro in studio, gli americani Disappears sono sempre più convinti fautori di un ibrido di kraut-rock, noise e post-punk che in questo “Irreal”, come da titolo, assume connotazioni elusive, spostando dunque la cupa ossessività del precedente “Era” verso soluzioni più “aperte”. Registrato ancora sotto la supervisione di John Congleton negli studi Electrical Audio di Steve Albini, il disco, aperto dall’atmosferica “Interpretation” (che nasce all’incrocio tra fumi noir e un monotono rituale metallico), presenta un suono avvolgente che si muove lungo traiettorie ipnotiche, passando in rassegna tanto la scientifica organizzazione teutonica (i Can in equilibrio precario di “I _ O” o quelli in crescendo spettrale di “Mist Rites, il motorik dei Neu! che in “Another Thought” diventa minaccioso meccanismo poliritmico), quanto la stentorea magniloquenza del dark-punk (la title track), mentre la voce di Brian Case si tiene in disparte, recitando ombre, declinando insidie tutte psichiche. Un disco compatto e tutto sommato piacevole, in cui anche il dub e il funk tornano utili per scolpire cerchi nell’oscurità (“Halcyon Days”), invitando a rintracciare nelle sfumature e nei giochi di luci e ombre sensi traslati, alterità che nella seconda parte diventano veri e propri punti di fuga per lo spazio più profondo, fino alle tessiture coldwave di ”Navigating The Void”, con cui il disco inclina su pacificanti vibrazioni malinconiche. http://DISAPPEARSMUSIC.COM/