Il quartetto londinese arriva al suo quarto disco tirando dritto verso l’art pop che gli è già valso una nomination al Mercury Prize del 2012. Fresco e rovente, vintage e futurista: tra synth, grandi melodie pop, ritmi esotici e chitarre impolverate di sabbia del deserto, eccoci di fronte a un ritorno più che convincente. L’arpeggiatore che introduce l’album accelerando fino all’attacco di Spirals segna l’andamento, un fluire opposto allo scorso Marble Skies che Maclean ci aveva descritto come «un mixtape». In Glowing in the Dark, infatti, più che un fluire di suoni è il formato canzone a emergere incontrastato. Lo si percepisce nel riff circolare di Waking Up, che vede alla voce anche Charlotte Gainsbourg, oppure nel synth rancido della title track, che si sviluppa su di un loop di batteria ossessivo e voci tagliate e incollate nel ritornello.