Dola J. Chaplin: "To the tremendous road" Ormai non c'è niente da fare. Una cospicua fascia del nuovo cantautorato italiano ha virato verso la musica americana. E i risultati sono tutt'altro che disprezzabili. Se una volta Luigi Grechi poteva apparire un isolato camminatore sulle ampie distese della pianure americane, con le sue dust ballads riviste in italiano, in realtà era invece un precursore. O forse addirittura uno di quei pionieri che partivano per primi a tracciare le piste, su cui altri, dopo di loro, avrebbero posato i propri passi. Certo, merito è anche di una rivista come "Il Buscadero" che da molti anni oramai, con grande merito, sta dedicando spazio alla musica definita "americana", quella delle radici, che dagli States è arrivata fino a noi. E ci è arrivata in vario modo, perché anche Van De Sfroos, che canta in laghèe, quando suona suona americano. E lo teorizza pure: "Non ce n'è di musica delle mie parti. Se non qualche polka. E allora canto le mie canzoni sulla base di ritmi e stilemi americani". Dola J. Chaplin non è che l'ultimo arrivato di una lunga fila. Voce potente, chitarra morbida, si inserisce di prepotenza ai vertici del fenomeno, cantando con grande convinzione in buon inglese. http://www.dolajchaplin.com/