Guardando indietro negli anni affiora una certa tendenza di Dominic Miller ad usare dei numeri in progressione per alcuni dei titoli dei suoi album solisti. E' iniziato tutto con l'album d'esordio, "First Touch" (1995), seguito da "Second Nature" (1999), "Third World" (2004) e "Fourth Wall" (2006). Secondo questa logica l'album che sta per essere pubblicato porta il titolo di "5th House". Ma perché la quinta casa? "Volevo qualcosa che avesse la parola quinto nel titolo e questa era la meno ovvia,” spiega il chitarrista. “ovviamente avrei potuto scegliere 'il quinto elemento' oppure' il quinto emendamento della costituzione'. In astrologia la quinta casa significa 'la casa dell'amore e della passione'.” E infatti l'ultima fatica di Miller è un lavoro che sgorga amore e passione. Come per le pubblicazioni precedenti il musicista dalle origini anglo-argentine ha profuso sangue, sudore e dedizione nel suo lavoro. Non vorrebbe e non potrebbe fare altrimenti Dominic Miller ha composto le nuove canzoni mentre era in tour con Sting nel 2010/11. "lo stato d'animo delle canzoni riflette il mio umore all'epoca. Ho persino registrato i brani on the road, iniziando a Los Angeles, dopo che eravamo ritornati dalla Nuova Zelanda . Infatti quella era l'unica possibilità per essere sicuro che Vinnie Colaiuta e Jimmy Johnson fossero disponibili. Questi sono due dei più famosi ospiti che hanno aiutato Miller a porre le basi musicali di “5th House nei leggendari Hanson Studios a L.A.. Dopodiché ha trascorso del tempo con la sua touring band nel Maarwegstudio2 a Colonia, dove sono state effettuate le sovraincisioni. Gli ultimi ritocchi sono stati quindi realizzati nello Studio Les Cypres in Provenza, dove Miller risiede. Il precedente album di Miller, "November" (2010), era stato registrato in soli 14 giorni; tuttavia, "5th House" riesce a fare persino meglio. Le registrazioni del disco non hanno superato i 7 giorni. Con le registrazioni Miller è andato a Londra a lavorare con il suo fonico preferito, Hugh Padgham. I due sono praticamente inseparabili dai tempi della collaborazione per l'album 'But Seriously' di Phil Collins nel 1989. Negli ultimi 20 anni hanno lavorato assieme su una varietà di progetti. L'intesa è talmente spontanea che ci è voluto pochissimo tempo per condividere il mastering finale di "5th House". "Abbiamo masterizzato due brani al giorno, L'intero processo di registrazione e missaggio è stato fatto in 12 giorni, non uno di più. Se penso agli anni '90, a quei tempi ci avremmo messo dodici settimane almeno. Probabilmente il risultato finale sarebbe stato più levigato, ma preferisco così adesso. Questo è come molti dei miei album preferiti degli anni '60 e '70 sono stati realizzati: velocissimi!” Per la registrazione di "5th House", Dominic Miller è riuscito a raggruppare un gruppo tra i migliori musicisti a livello internazionale. Vinnie Colaiuta, per esempio, per Miller è “il più grande batterista della nostra generazione” – famoso per la sua tecnica immacolata e la versatilità stilistica, nel corso degli anni ha collaborato con artisti come Frank Zappa, Joni Mitchell, Megadeth, Leonard Cohen, Chaka Khan e Sting. Jimmy Johnson è un bassista leggendario ed è stato tra i migliori musicisti americani per decenni, avendo lavorato con James Taylor, Stan Getz, Roger Waters, Sergio Mendes e Lee Ritenour, per nominarne solo alcuni. Un altro rinomato bassista e il gallese Pino Palladino, che ha lavorato con John Mayer Trio, Paul Young, The Who, David Gilmour e Peter Gabriel. Infine va menzionato il pianista israeliano Yaron Herman, adesso residente a Parigi e il cui modo di suonare dimostra che è una delle rising star del pianoforte, uno di cui si sentirà parlare nei prossimi anni. Dominic Miller ha quindi unito a questo mix eclettico di luminari internazionali i membri della sua band live, ugualmente meritevoli di lode. Rhani Krija è un percussionista marocchino che si è trasferito a Colonia, e ha suonato con Sosa, Keziah Jones e Salif Keïta. Il bassista Nicolas Fiszman si è fatto un nome collaborando con Pili-Pili, Charlie Mariano, Johnny Clegg e Khadja Nin. E poi c'è Mike Lindup, noto per i Level 42, che è stato il tastierista preferito per molti anni. Infatti i due hanno lavorato assieme da quando si sono incontrati per la prima volta, quando Miller aveva 18 anni "E' il miglior musicista che io conosca,” dice Miller entusiasta. "il modo in cui lavoriamo è praticamente a livello di telepatia." Questo è il dream team che ha aiutato Dominic Miller a realizzare uno dei più eccezionali album strumentali della sua carriera; una storia che ha molti picchi, come perle di una collana. Ancora una volta il chitarrista ci stupisce con una grande varietà di stili diversi e svolte inaspettate. Il programma prevede fantastici e sognanti paesaggi sonori dove riesce a creare suoni come di un'arpa con la chitarra acustica (“Angel”); quindi produce incredibili suoni che ricordano i Police ("If Only"). "Embrace" è un convincente brano soft-jazz, mentre "Waves" ha il fascino della Bossa Nova, e classici arpeggi (“Catalan") si alternano a suoni rock ("Dead Head"). "5th House" è un altro importante vertice nella già cospicua biografia musicale di Miller. Nato a Buenos Aires da padre Americano e da madre Irlandese, Miller ha studiato la chitarra al famoso Berklee College a Boston e alla London Guildhall School Of Music. E' un musicista altamente stimato già dalla fine degli anni '80. L'elenco di artisti con i quali ha lavorato è infinita: tra le sue collaborazioni ci sono The Chieftains ("Long Black Veil"), Eddi Reader ("Mirmama"), Manu Dibango ("Wakafrika") e Tina Turner ("Wildest Dreams"). A partire da "The Soul Cages" (1991), Miller ha avuto un ruolo in ogni album prodotto da Sting; ha suonato con l'ex vocalist dei Police più di mille concerti, e ha contribuito a realizzare brani come "Shape Of My Heart". Sting lo ha descritto il suo fedele collabratore come "la mia mano sinistra e la mia mano destra, che dà vita a tutto quello che le mie dita goffe non riescono a suonare. www.dominicmiller.com