EARLY DAY MINERS Offshore Nonostante il perdurante silenzio della sua prima band, gli Ativin, la febbrile creatività artistica di Daniel Burton, reduce da ormai molteplici esperienze, torna a dar voce e forma al suo progetto più sentito e personale, gli Early Day Miners, ormai giunti al quinto episodio di una parabola artistica che, pur affondando le proprie radici nel terreno solcato oltre un decennio fa dagli Slint, li ha gradualmente condotti verso complesse ambientazioni sonore rarefatte, dalle spiccate attitudini cinematografiche. Del resto, sono passati cinque anni dalla composizione di questi brani, pertanto dalla loro riproposizione era lecito attendersi un qualche sviluppo nel frattempo intercorso nel suono degli Early Day Miners: così è, almeno in parte, visto che dalle aderenze post-rock, allora più pronunciate, Burton sembra ormai orientato con decisione ulteriore verso la ricerca di una forma musicale astratta e concettualmente ambientale, persino quando, come in questo caso, le strutture armoniche dei brani sembrano andare nella direzione opposta, con la copiosa presenza delle chitarre distorte. Se questo era l'intento alla base di "Offshore", allora Burton, dal punto di vista formale, lo ha senza dubbio raggiunto, benché sia proprio il ricordo dell'eccelsa qualità del brano che dà titolo all'album a finire per enfatizzare, di contro, il minor grado di coinvolgimento conseguito dalla progressiva trasformazione della sua rinnovata manifestazione artistica. www.earlydayminers.com