La formazione di Brighton arriva dopo il suo splendido esordio "A Living Commodity", un disco post-punk pungente, riflessivo e tenace, pubblicato come gli altri lavori sotto la Yala! Records di Felix White, ex The Maccabees. Gli Egyptian Blue hanno già ricevuto la benedizione dalla nuova scena alt-rock che ondeggia tra Regno Unito e Irlanda - in particolare dai The Murder Capital - affrontando coraggiosamente la burrascosa wave post-punk del momento, mentre con un cannocchiale mirano nostalgici ai 90s e ai primi battiti del 2000.Caciaroni ma ordinati, con quella verve dei primissimi Shame e qualche goccia di evanescenza e arieggiamenti dream pop: si sente l’odore di post-punk, il fragore del britpop, il particolare dell’art rock, si percepisce la coesione tra quello che era e quello che è oggi il popolatissimo habitat del rock alternativo, specie quello inglese. Ogni elemento del suono spigoloso e intransigente di Egyptian Blue porta con sé un’urgenza rara e vitale allo stesso tempo