Una voce forte, resa più bella e inquietante dal coraggio di rinunciare a un accompagnamento strumentale. Ela Stiles, stasera accompagnata dal chitarrista Jensen Tjhung (Lower Plenty, Sordi Desideri), è autrice di una musica a cappella in cui i giochi della sua voce, sempre profonda, suonano ipnotici come un drone. Il suo album omonimo è uno dei debutti che più ho amato quest'anno, interamente eseguito a cappella e diviso in due parti: la prima composta da una serie di sei "vignette", la seconda costituita da un unico drone vocale (riprodotto in loop) capace di suscitare suggestioni visionarie e ultraterrene. Dopo aver fatto parte di numerose band nella sua Sidney, Ela Stiles ha abbracciato una musicalità quasi sacrale, vicina ad artiste come Julianna Barwick e Grouper, in cui un'affascinante gamma di emozioni è gradualmente svelata dalla sua voce mitica. www.facebook.com/elastiles