Dopo un album piuttosto leggero come “Red Silet Tides”, tanto buono quanto criticato dalla frangia più tradizionalmente metallara dei fan, gli Elvenking pubblicano “Era”, disco che in piccola parte riporta le coordinate del loro sound verso lidi più power. Se infatti il precedente conteneva molti brani piuttosto catchy e inclini all'hard rock come influenze, il nuovo disco ci ripresenta anche sporadici episodi più tirati e parti folk più presenti. Intendiamoci, la direzione degli Elvenking resta sostanzialmente quella del più recente corso e ruota attorno a mid-up tempo e ritornelli molto ariosi, dove le influenze hard rock sono ancora molto vive, le voci in growl ormai non esistono più da tempo e le backing vocals con presenza anche di voci femminili contribuiscono ad addolcire il tutto. Non aspettatevi dunque un “The Scythe”, semmai un “Red Silent Tides” con richiami ai i primi album. “Era” è inoltre il primo disco con una nuova e più tecnica sezione ritmica – composta da Symohn e Jakob – e il primo brano “The Loser”, il più veloce e aggressivo del disco, con le sue repentine accelerazioni mette in evidenza proprio il buon lavoro svolto dai nuovi componenti. Il ritornello è immediato, arioso e dinamico, caratteristiche praticamente costanti nel corso del lavoro. In questo pezzo, cosiccome sul medievaleggiante mid tempo “Through Wolf's Eyes”, non convince del tutto invece l'interpretazione di Damna, un tantino forzata nello sporcare la voce – e questo è l'unico difetto evidente che rileviamo. “Era”, oltre ad una buona ispirazione del songwriting, ha anche qualche asso nella manica, come il polistrumentista dei Folkstone, Maurizio Cardullo, che si è occupato degli inserti di strumenti tradizionali, andandosi così ad aggiungere al violinista Lethien e arricchendo con autenticità e un buon senso della melodia le parti folk. L'ospite d'eccezione però risponde al nome di Jon Oliva, mastermind dei Savatage, che con il suo cantato ruvido ed espressivo impreziosisce non poco pezzi già buoni di base, che possono ricordare gli Avantasia di Tobias Sammet, come il mid tempo “I Am The Monster” e il bel lento “Forget-me-not”, dove fa capolino anche la voce angelica della cantante finlandese Netta Dahlberg. Tra gli episodi più veloci e orientati verso il power troviamo la buona “Walking Dead”, dove le melodie sono molto dirette, i ritornelli di presa e trovano spazio anche riff thrashy. “Chronicle of a Frozen Era” è invece un brano dove torna una corrente più prog, mentre “We, Animals” è un altro mid tempo che si muove invece su territori vicini all'hard rock moderno, a dimostrazione di come la tavolozza dei colori a disposizione degli Elvenking sia oggi molto varia e permetta loro di spaziare tra più sonorità nell'ambito dello stesso disco. “Era” è dunque un'ulteriore conferma del valore di un gruppo che ha avuto e tuttora ha il coraggio di aggiornare il proprio sound secondo l'evolvere delle proprie influenze, dribblando così la trappola della staticità stilistica in cui molte formazioni anche più blasonate cadono per paura di deludere il proprio seguito. www.elvenking.net