E' il terzo album questo per Eugene Ruffolo, songwriter Newyorkese di chiare origini italiane, sicuramente una conferma per le sue notevoli qualità, che ho avuto modo di scoprire attraverso i dischi precedenti: Fool For Every Season (1998) e When We Were Kings (2001), i quali mettevano in mostra un songwriting di classe, fatto di melodie costruite con abilità sulle accordature aperte di una chitarra acustica e testi mai banali. Con quest'ultimo lavoro Ruffolo continua a percorrere il solco che ha tracciato, inserendosi, volendo a tutti i costi trovare dei riferimenti, in quel filone di cantautorato "Eastcoastiano" confidenziale e romantico, con atmosfere vicine all'ultimo James Taylor e a Marc Cohn, e senza essere stucchevole o melenso è capace di confezionare ballate fatte apposta per scaldarci il cuore. The Hardest Easy vede la presenza di collaboratori di gran classe (Duke Levine alle chitarre, Sean Pelton, batteria, Paul Brian, basso, Peter Elderidge, piano), la coproduzione di Ben Wish, Alan Zahn e Ben Wittman ed ospiti importanti come Lucy Kaplansky alle harmony vocals e il citato Marc Cohn al piano, che alzano il livello di un disco già molto buono. La Taylor di Eugene Ruffolo è lo strumento guida (è un abilissimo picker), alternando fingerpicking eleganti e discreti ad accompagnamenti più corposi e le canzoni scorrono l'una dopo l'altra, in un susseguirsi di brani leggermente più ritmati e lievemente elettrificati (The Hardest Easy, Nobody's Baby), ad altri più pacati, lievi acquarelli dai colori tenui come Gracefully, The Right Thing, A Rose For Pierrette (in cui fanno capolino un accordion ed un trio d'archi per renderla ancora più suggestiva), A Kiss For Your Travels, dove soltanto un pianoforte e la voce di Ruffolo ne fanno uno dei momenti più alti del disco, per andare ancora avanti con Only Love, che profuma dichiaratamente di James Taylor, in cui si apprezzano gli intrecci acustici fra chitarre, dobro e lap steel. La ripresa di Run To You con un'arrangiamento scanzonato in stile banda con tanto di clarini ed altri strumenti a fiato è un modo divertente e inaspettato per chiudere un disco che è sicuramente un ulteriore passo avanti nel percorso artistico di questo cantautore, ancora troppo sconosciuto, che invito caldamente a scoprire. http://eugeneruffolo.com/