Il quinto album degli EHG , fatto dopo 14 anni di silenzio , non è il classico ritorno di quelle band di culto che nella stragrande maggioranza dei casi si rivela semplicemente un goffo tentativo di ritornare ai vecchi fasti e che , miserabilmente , fallisce nel tentativo . Questo degli Eyehategod è un ritorno coi controcazxi , serio e potente che da amante della band non mi ha lasciato insoddisfatto. L' album ha ottimi spunti , un ottimo suono ( ma sempre in stile EHG ) e il risultato è certamente degno dei vecchi capolavori , anche se non a quel livello . Insomma, 11 tracce piene zeppe dei consueti feedback , pesanti riff sludge , bordate hardcore , piccoli sprazzi di un groove dal sapore blues che non ti aspetti e il delirio lirico di Mike Williams in tutta la sua raucedine . Personalmente lo preferisco a "Confederacy of ruined lives" (2000) e , anche se non ha sti grandi cambiamenti rispetto ai vecchi lavori , offre comunque un grande ascolto ( nel suo essere "novità" e allo stesso tempo nel suo continuare con la tradizione). Di fatto la dimostrazione che gli EHG hanno ancora qualcosa da dire e che sanno ancora farlo alla grande.