Violinista e violista di eccezionale inventiva e di non minore finezza, Eyvind Kang è fra le figure più originali ad essere emerse nell’ambito della nuova improvvisazione americana, in bilico fra riesplorazione delle proprie tradizioni e procedimenti ricollegabili alle più sofisticate avanguardie. Collaboratore di John Zorn come di Bill Frisell, arrangiatore e compositore di vaglia, egli crea mondi poetici che sembrano raccogliere tutti i frammenti della nostra scomposta contemporaneità. Kang alterna colonne sonore epiche a ballabili da obsoleti juke box, ritagli dub e citazioni dal suo originario mondo orientale, suonando con erratico trasporto un violino sospeso fra Oriente e Occidente e accompagnandolo con chitarre, tastiere, tuba, percussioni e macchine elettroniche, spesso da one man band.