FARAFINA - Faso Denon (Real Worlal) Farafina è essenzialmente un concetto spirituale, una "idea" di musi-~ ca. Del Burkina Faso ex Alto Volta, un paese incastrato tra le sabbie e le rocce del Mali e del Niger, e le foreste di Costa d'Avorio, Ghana, Togo e Benin; terra poverissima ma terra di poeti e artisti dove l'arte dei griot, i cantastorie divulgatori del patrimonio culturale attraverso le generazioni, è arte viva, dove la tradizione è sacra e resiste riparata dal deserto e dalla savana. Farafina nasce nel 1978 per iniziativa di Mahanr1a Koeaté, virtuoso suonatore di balafon e già membro de "Le Ballet Nat~rl De H~uteVolla", oggi ritiratosi dall'attività pratica del gruppo per motivi di età, ma ancora ispiratore attivo e compositore di buona parte della musica. E nasce come scuola: un luogo dove griots, musicisti anziani e giovani appassionati si incontrano per tramandarsi l'arte del narrare, del suonare, del danzare, del comunicare per non dimenticare. I "piccoli" cominciano col portare gli strumenti dei maestri nei loro spostamenti tra una festa di matrimonio o di nascita e l'altra e si formano suonando su sassi o su strumenti di fortuna fino a quando un giorno un "vieux" dona loro un bara o un djembe: il grande giorno. A Bobo-Dioulasso, città storica dell'impero Mandingo, nell'antico quartiere di Bolomakoté, la scuola Farafina dispone di tre gruppi distinti, ognuno composto di una decina di elementi tra vecchi, giovani e giovanissimi, i quali suonano a qualunque festa vengano chiamati. Da questi gruppi vengono scelti i migliori che vanno a formare il gruppo internazionale, coloro i quali devono andare nel mondo; i protagonisti di questo disco. La gioia della celebrazione di eventi felici, la trasparenza spirituale e l'autenticità del rmessaggio, l'attaccamento genuino alle proprie radici tramandato con devozione e fantasia, la forza con cui si apre all'incognito contando sulla propria capacità comunicativa' sono elementi che fanno di "Faso [)enon" uno dei più interessanti dischi di musica popolare in circolazione. La carriera internazionale di Farafina inizia nel 1982, quando l'etnologo e musicologo svizzero Michel Sharer, li porta in Europa per il loro primo tour occidentale. Da allora grazie ad un mánagement appassiorlato, i contatti con il pubblico del "primo mondo" si sono fatti sempre più frequenti e da qui gli incontri con artisti "bianchi" e le collaborazioni prestigiose: coi Rolling Stones per "Steel Wheels", lly"4Phi Srltameto per alcuni btani di "Beauty"; ma la più importante collaborazione è sicuramente quella di "Flash of Spirit" con Jon llassel, con la produzione di ~e-l L*~is e l'intervento di Brian Eno, un disco realizzato per la Intuition Records che è un fulgido esempio di libero scambio di nozioni e idee tra mondi e culture differenti; un capolavoro indiscutibile. La forza della musica di Farafina è nella struttura poliritmica, complessa ma immediata e nella potenza della spinta alla danza che ne consegue. Il ritmo si edifica intorno alla tama o talking-drum, lo strumento tipico del griot, suonato da Tiawara Keita, il più veGGhio del gruppo e quasi completamente cieco, colui che non ha più paura di contemplare la vita; quindi i due balafon (xilofono africano di legno con le zucche di diversa grandezza a fare da casse di risonanza); il bara (percussione formata da una pelle di capra su un grosso recipiente naturale usato per la conservazione dell'acqua molto comune in tutta l'Africa); il doumdou'ba (un tamburo dal timbro basso, di forma cilindrica e lungo); e dunque il djembe (grande tamburo di legno a forma di calice con pelle di capra) il solista, il depositario di tutte le voci dei tamburi d'Africa, il re, colui che chiama alla battaglia e canta la danza della vittoria, suonata dal fantastico Ysya (httara. Infine, il flauto leggiadro di Soungalo Coulibaly e l'ipnotico souko (piccolo violino africano) di Seydou Zou, due dei più anziani della scuola, che apportano la dimensione armonica, slaggeriscono 1' aria e chiamano le voci. Piero di Simplicio