Si dice che furono i Beatles, in tour negli Stati Uniti, a introdurre Bob Dylan alla chitarra elettrica (e che lui, per sdebitarsi, gli abbia aperto le porte del mondo della cannabis). Fionn Regan, partito per un tour oltreoceano come enfant prodige del country irlandese, ha fatto il percorso inverso. Tornato in patria, ha lasciato la chitarra acustica nella custodia e si è portato la band in una vecchia fabbrica della sua Bray (poco a sud di Dublino) per registrare una decina di canzoni con gli ampli a palla. Tutta roba scritta in tour con una vecchia macchina da scrivere Olympia, giura lui. Non è però una piena conversione all'elettrico quella dello Zimmerman irlandese, che prova a inventarsi un'alchimia fatta di contraddizioni: testi violenti e sprazzi di tenerezza, ballads malinconiche e pezzi che fan ballare anche le sedie. Specchio di tempi cupi, ma a sentir lui è tutta colpa della (già citata) macchina Olympia ("Credo che la natura percussiva dei tasti abbia dato forma ai versi", ha dichiarato). Che sia tutta una posa? Bastan già le prime tracce a smentire i sospetti, grazie allo stile sincero e un po' ruspante di chi si è ritrovato a suonare perché, in fondo, non aveva altra scelta. "Non ci sono fronzoli o abbellimenti – conferma Regan –, abbiamo registrato tutto live, anche le voci". Suoni grezzi e strumenti di fortuna: "Il piano che abbiamo usato l'avevano scaricato da una nave da crociera e noi ce lo siamo spinto giù per la strada. Il tipo che ce l'ha venduto c'ha anche tirato dietro, incluse nel prezzo, un paio di chitarre Silvertone da due soldi e un tamburo da circo". L'hanno subito paragonato al Dylan elettrico, a Neil Young, a John Denver e al "miglior Leonard Cohen". Tutto vero, ma Regan non è un citazionista e i suoi pezzi conquistano davvero quando si tengono alla larga dai mostri sacri. Nella terra del quadrifoglio c'è già chi parla di "tesoro nazionale" e lui non sembra certo voler scappare: a parte la scorribanda negli Stati Uniti, il suo tour si è finora allargato prudentemente solo al Regno Unito. Speriamo che il giovane storyteller passi presto anche da noi, a stemperare i tempi di crisi. Perché, come è solito cantare, "You curse the darkness and I'll strike a match". www.myspace.com/fionnregan