Tra tante mode effimere ed etichette che durano una stagione il rock’n’roll è probabilmente rimasta l’unica garanzia di continuità e genuinità. Non parlo tanto di un genere musicale quanto di attitudine, un filo rosso che porta dai Count Five agli Stogees, passando per i Gun Club e i Pixies, fino ai giorni nostri: la tradizione che si rinnova mantenendo intatto lo spirito. Tra gli eredi più credibili di inizio millennio ci furono i gallesi Mclusky che con l’ottimo “Do Dallas” non raccolsero quanto meritavano. Reduci da quell’esperienza, Andrew Falkous e Jack William Egglestone fortunatamente non si sono ancora stancati di tenere alta la fiaccola dal sacro fuoco e insieme a Kelson Louis Tregurtha Mathias hanno dato vita ai Future Of The Left. La Too Pure ha scommesso ancora una volta su di loro e, dopo una serie di singoli, pubblica oggi questo esordio di lunga durata dal titolo “Curses!”. Quattordici canzoni brevi e compatte, dai suoni più compressi rispetto al precedente progetto, dove uno stile forte e riconoscibile è accompagnato da una notevole varietà di registri. L’iniziale “The Lord Hates A Coward” è pesante e sincopata da far pensare a una svolta più noisy, si viene subito smentiti dal ritmo incalzante di “Fingers Become Thumbs!” e soprattutto “Manchasm”, uno dei pezzi migliori dell’album con synth e basso in evidenza a rievocare il fantasma dei Brainiac sia pure in versione più lineare. Ancora una volta si intende forte l’eco dei Pixies nella melodia pop a dispetto del titolo di “Suddendly It’s A Folk Song” e si chiude in gloria con “The Contrarian” per solo pianoforte e voce. Un disco ottimo quanto inatteso. www.futureoftheleft.com www.myspace.com/futureoftheleft