L’approccio si è fatto più dinoccolato / delicato (leggi Venerus), la chitarra intimista altezza Red Hot Chili Peppers o anti folk (Beck, Beta Band). Con un album e questo EP Generic Animal fa da sé, o quasi, e si propone come risposta “indie” a tanto pop da classifica. Lo è per fare casalingo, per quel ricollocare gli spazi mentali della provincia nelle metrature di appartamenti milanesi sempre più piccoli (Venerdì), per scazzo col guizzo melodico, per quegli elementi biografici disinnescati nel nonsense.
A livello di immaginario ricorda, perché no, il Bugo degli esordi ma da lui si distingue per un approccio indorato e addomesticato. L’antidoto, certo, è già messo a sistema: soffiare un alito di inedia e disagio sull’onda di melodie comunque pregevoli (Mondo). Risposta indie, si diceva. E potremmo aggiungere anti-star, loser, tag applicabili a playlist che valgono il tempo che valgono.
Generic Animal non dovrebbe rispondere a nessuno, solo a se stesso. Quando lo farà potrebbe sorprenderci con il suo Golia & Melchiorre.