Musica, poesia, teatro. Gianluca Secco riversa le proprie passioni in “Immobile”. Un disco d’esordio edificato su di un minimalismo di base: a sorreggere i dieci episodi in scaletta ci sono soltanto organo Farfisa, flauto dolce, fisarmonica e pianoforte. Tutti usati con estrema parsimonia. La sostanza arriva dalla voce e dai suoi impasti, dai cori, dalla spasmodica ricerca sul “versante timbrico, strumentale ed espressivo”, tanto da arrivare a utilizzare ben ventuno voci per uno stesso brano.