A 33 anni di distanza dalla pubblicazione di Ballad of a Thin Line Man, i Giant Sand hanno pubblicato lo scorso settembre Recounting The Ballads Of Thin Line Men .
Originari di Tucson e con ventisette album alle spalle, i Giant Sand sono considerati gli antesignani del cosiddetto desert rock. La loro musica è una fusione di alternative rock e country, un concentrato di psichedelia e suoni acidi che vanno oltre il paisley underground. La rilettura del secondo album della band «ha ripulito le gemme sepolte, riacceso qualche filippica truculenta e infiammato una rabbia senza età». La tracklist è stata rielaborata, aggiungendo per l’occasione Reptilian, che era stata inserita nella ristampa per il 25mo anniversario e due take di Tantamount. Tra i featuring Winston Watson (batteria) e Annie Dolan (chitarra) su Desperate Man e Paula Brown, che canta la sua The Chill Outside e i backing di Graveyard. L’album originale è stato descritto da Howe come un pot-pourri di influenze disparate: «Desperate Man = T. Rex; Hard Man To Get To Know = Led Zeppelin; Reptillian = David Bowie; Graveyard = Neil Young; Who Am I = Bob Dylan; You Can’t Put Your Arms Around A Memory = Mott The Hoople».
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