“RIBELLISSIMI” arriva come culmine di un percorso che vede pubblicati, dal 2018 ad oggi, tre album, un lungo elenco di libri (poesie, romanzi e un’antologia) e una serie di brani inediti che hanno contribuito a fare di GIO EVAN un artista unico, difficile da descrivere e definire. Si può parlare di lui come di un “rivoluzionario gentile” che usa le parole per condividere pensieri sul mondo che lo circonda, cogliendone bellezza, contraddizioni, anima e l’intima semplicità.
Come il precedente “Mareducato” (album figlio della partecipazione nel 2021 al Festival di Sanremo con il singolo “Arnica”) anche “RIBELLISSIMI” è un concept album formato da musica (sono 11 i brani in totale compresi i 6 già pubblicati) e 11 poesie musicate tra cui una inedita collaborazione con Roberto Cacciapaglia in “GRAFFI”.
“GRAFFI” (“Il giorno più delicato di un genitore è quando deve accogliere. Quel momento preciso in cui suo figlio inizia a richiedere la sua libertà. Graffi non è un avvertimento, è un dare in custodia, è la presa di consapevolezza più grande: quella di avere un cuore incastrato in un altro corpo), uscita il 12 gennaio, è stata la prima poesia nella storia di Spotify Italia ad essere inserita nella playlist NEW MUSIC FRIDAY.
In occasione della pubblicazione di questo suo nuovo progetto GIO EVAN ha scelto di dare maggiore rilievo a due brani in particolare: “ULAY” (brano che parla della rinuncia alla competizione, di fuga e di lontananza dal sistema) sarà il singolo disponibile da domani per la programmazione radiofonica e “SUSY” (l’intimo racconto della figura materna che l’autore dedica proprio alla madre) il brano scelto per accompagnare la release negli store digitali.
La pubblicazione del quarto lavoro discografico di GIO EVAN viene raccontata dall’autore con queste parole:
“La parola ‘ribelle’ nasce per identificare un disappunto nei confronti di un movimento maggioritario, che sia un paese, una famiglia o una montagna. La ribellione nasce per esprimere la propria disarmonia, nasce per dare voce alla minoranza, per mettere al corrente il mondo riguardo la scomodità.
Ribelle deriva da ‘rebellum’, ritorno alla guerra, ma in un mondo dove la maggioranza educa esattamente alla guerra, alla competizione, al denaro e al materialismo, la ribellione oggi è un gesto di interiorità, una medicina, forma, salute, la nuova ribellione è un movimento spirituale.
Abbiamo bisogno di ribellezza, di riproporre la meraviglia e di nuovi termini per inaugurare nuovi inizi.