The Bombay Tapes è il titolo dello spettacolo pensato e curato dal duo Manuel Agnelli (Afterhours) ed Emidio Clementi (ex Massimo Volume, El Muniria). Un’occasione unica per vedere e sentire due numi tutelari del rock alternativo italiano. Inutile raccontare della grandezza degli Afterhours e del loro deus ex machina, come inutile spiegare l’importanza dei Massimo Volume. Non verranno suonate canzoni di Afterhours e Massimo Volume, ma musiche realizzate esclusivamente per questo spettacolo. Per The Bombay Tapes, musica, immagini e luci saranno i protagonisti di questo spettacolo, che si preannuncia come una pietra miliare nel firmamento del rock italiano. Gli spettatori saranno coccolati, violentati o accarezzati dalla musica e dalle parole di Agnelli e Clementi; saranno ipnotizzati dalle immagini, saranno turbati dalle luci sul palco, mentre le immagini saranno scariche adrenaliniche. Il rock entra in punta di piedi, ma è pronto per mettere a soqquadro le radicate convinzioni.. Il rock mostra la sua vera natura. Fatta di passione, rabbia, coinvolgimento e tenacia. The Bombay Tapes è l’incontro tra due geni che sicuramente darà scoppiettanti risultati creativi. Imperdibile. Storico. Assoluto. Geniale. ‘Nel novembre del 2000 io e Manuel siamo partiti alla volta dell’India. L’idea era quella di comporre un disco lontano da casa, ma soprattutto di comporlo senza sapere cosa ci avrebbe ispirato, confidando in uno scenario nuovo e per certi versi ostile, che reputavamo potesse essere ricco di suggestioni. Troppo pigri per pensare di portare con noi gli strumenti (avevamo stabilito che avremmo affittato tutto ciò che ci serviva una volta arrivati a Bombay), abbiamo deciso di partire solo con due quaderni bianchi, simbolo di un’ispirazione che sarebbe stata nuova e potente. Ma l’India s’è rivelata più forte di noi. Già dai primi giorni a Bombay io sono caduto in uno stato di apatia che mi ha accompagnato per tutto il viaggio. A Bombay, a Varanasi, a Madras, a Mahabalipuram, così come alle isole Andamane, avevo lo sguardo spento del depresso. Manuel invece è rimasto vittima della mania di persecuzione. Farneticava di complotti orditi alle sue spalle da innocui portieri d’albergo. Abbiamo finito per odiarci. Gli ultimi giorni, di nuovo a Bombay, sono convinto che se avessimo avuto con noi una rivoltella ci saremmo sparati addosso. Sette anni dopo i ‘Bombay Tapes’ sono la testimonianza di un fallimento e un segno d’amore.’