Gnawa Sidi Mimoun I Gnawa del Marocco sono i discendenti degli schiavi neri deportati dai paesi dell'Africa occidentale subsahariana (Mauritania, Senegal, Mali, Niger, Guinea). In Marocco le loro pratiche ancestrali hanno subito l'influsso del tasawwuf (sufismo, esoterismo islamico), portando alla costituzione di una tariqa (confraternita, via mistica) che ha come patrono il marabut Sidi Bilal, Compagno del Profeta e primo muezzin dell'Islam. Musicisti e danzatori, i Gnawa praticano una complessa liturgia coreutico-musicale (lila, derdebà), che riattualizza il sacrificio primordiale e la genesi dell'universo attraverso l'evocazione delle sette principali manifestazioni dell'attività demiurgica divina, i sette mlùk, rappresentati da sette colori, scomposizione prismatica della luce-energia originaria. I mlùk sono evocati da sette "divise musicali", sette cellule melodico-ritmiche (um), ognuna delle quali, ripetuta e variata, dà origine a una delle sette suites che costituiscono il repertorio coreutico-musicale del rituale dei Gnawa. Nel corso di queste sette suites sono bruciati sette diversi tipi di incenso e i danzatori sono ricoperti da veli di sette colori differenti. Ognuno dei sette mlùk è accompagnato da un seguito di "personaggi", identificabili dalla musica, dal canto e dai passi di danza: queste entità, trattate come "presenze" (hadràt) che il principio di coscienza incontra nello spazio/tempo estatico (hal), sono messe in relazione con complessi mentali e comportamenti umani.Scopo del rituale è reintegrare ed equilibrare le energie fondamentali del corpo umano, le stesse energie che sostengono i fenomeni sensibili e l'attività creatrice divina. All'interno della confraternita, ogni gruppo (zriba) si riunisce attorno a una moqadmà, la sacerdotessa-officiante che guida la danza estatica (jedbà), e a un ma`allem, il maestro del ganbri (liuto-tamburo), accompagnato dai suonatori di qraqèb (crotali di ferro). Preceduto da un sacrificio animale, che assicura il sostentamento per la serata, il rituale notturno inizia con l'apertura e la consacrazione dello spazio, l'`aada ("abitudine", forma rituale), durante la quale i musicisti Gnawa eseguono una danza vorticosa suonando i qraqèb e due grossi tamburi a doppia membrana (tbola). Il successivo intervento del ganbri apre il trèq (sentiero), la successione, rigidamente codificata, del repertorio rituale di musiche, danze, colori e incensi, che guida nel viaggio estatico attraverso i dominî dei sette mlùk, fino alla rinascita nel mondo ordinario, alle prime luci dell'alba.