Candore, fragilità, estasi, preoccupazione, debolezza e straordinaria veemenza; solo alcune delle sensazioni emanate da “Why Aren’t You Laughing?”, un disco che esalta l’ambivalenza e lunaticità femminea della frontwoman dei Gold e lo rende un manifesto perfetto di quanto i chiaroscuri, i cambi d’umore, la sensibilità emotiva possano portare a un’opera di imperiosa potenza espressiva. La band olandese veleggia nel mare sconfinato delle sonorità dark, illustrandoci un modo tutto suo di intrecciare post-punk, darkwave, pop, metal, cantautoralità e armonie tese e vibranti in arrivo dallo shoegaze. I Gold sanno di avere un’arma fenomenale alla voce e disegnano onde sonore che assecondino pienamente il fiume lirico della singer. Milena Eva, presenza quasi aristocratica e magnetica su un palco, non segue affatto i cliché da strega dell’occult rock, incarna piuttosto i panni della poetessa, che mette in versi il suo vissuto in tutte le sue contraddizioni, difficoltà, inquietudini. La band va in assonanza alle gesta della sua cantante, usando a sua volta magnificamente un arsenale strumentale dai pochi limiti e ancora minore propensione all’adagiarsi.
Le tre chitarre in line-up non sono un caso, la musica è densa e stratificata e ha il suo caposaldo nell’interazione d’acciaio fra il vibrare chitarristico, vicino al post-black metal sui ritmi più incalzanti, l’assordare dei piatti e le rullate tremende sui tamburi, che tumultuano in un fragore da uragano quando la delicatezza si rompe e si scatena una furia implacabile, sebbene armonie ariose non sbilancino mai il suono verso lidi troppo estremi. Collante ed elemento dinamico anche nelle parentesi più eteree, è un basso gonfio di vitalità, in puro stile post-punk; quasi da solo ricopre di un velo di vigorosa malinconia la tracklist, che si sviluppa fra canzoni rapide nel conquistare, altrettanto efficaci nell’offrire ad ogni passaggio qualche nuovo spunto.