il nuovo EP è un conceptche ha origine da una frase: Prima di nascere, esistevamo nelle parole dei nostri genitori.
«L’ho letta da qualche parte a Bologna. Inizialmente ho pensato fosse la solita retorica sul muro, poi ha iniziato ad acquisire sempre più significato. Il pensiero che le parole potessero piegare il tempo ha iniziato a spiralizzare e inquietarmi, fino a diventare prima un testo, poi un pezzo».
Il brano che introduce il ritorno del cantautore bolognese comincia suggestivo e sussurrato, ma cresce fino a trascinare dentro al wormhole. I raffinati intrecci di arpeggi crescono progressivamente arrivando a diventare synth apocalittici e groove implacabili. È una base di lancio per un testo che supera una superficie apparentemente scanzonata e scende in profondità: un dialogo intimo con chi non esiste più.
Complice del suo sound è la produzione dello stesso Sanchez e di Giacomo di Paolo, insieme al producer romano Golden Years, che ha collaborato interamente all’EP, oltre ad aver affiancato il cantautore in alcuni brani dell’album precedente. Così si consolida il sodalizio tra due artisti dal gusto affine.
«Sapevo che la produzione di Pietro mi avrebbe scosso, perché il suo modo di lavorare semplice ed efficace riesce ad alleggerire dei brani spesso complessi e macchinosi come i miei».