A.C.T.H. ACITIACCA Shaker (Mac Guffin) Graditi ritorni; anzitutto Mr. ZZZ (e la sua Mac Guffin), che negli ultimi anni, dopo essersi dedicato alla distribuzione del cinema indipendente mondiale e lasciato (male) con i Senzabenza, aveva abbandonato la scena rock; in secondo luogo, gli A.C.T.H. di Verona (oggi con l’acronimo bello spalmato in tutta la sua lunghezza da spelling), che dopo lo scintillante mini CD di cover ‘Maquillege’ del ‘95 (Paul Anka, Simon & Garfunkel, Rolling Stones, i Bee Gees danzerini, Beatles e Beach Boys) sembravano annegati nuotando contro i marosi del business. L’incontro tra vecchi fans del pop punk di stampo californiano (anche se il riff iniziale di ‘In bocca al lupo’ sembra preso in prestito da ‘I’m Not A Fool’ degli inglesissimi Cockney Rejects), pare essere stato inevitabile. Così ‘Shaker’ - titolo programmatico - presenta una (non tanto) sporca dozzina di canzoni all’insegna della melodia frullata a buona velocità, con testi in italiano. Cover di prammatica, una riesumata ‘La notte’ che una trentina di anni fa il cantante italo-belga Adamo portò al successo con il tachimetro decisamente afflosciato più sulla sinistra. ‘Shaker’ non sarà un disco epocale ma funziona benissimo (provatelo alle feste e vedrete che al terzo riff, se la gente e l’alcol sono quelli giusti, canteranno tutti con sguaiato unisono) e soprattutto è, in controtendenza, pensato un po’ più per voi che per i registi di videoclip (“Di gente piatta sono stanco ormai, non dirmi / proprio che anche tu ci stai / Per quattro loschi che si trovan su con karaoke / e video in tivù / Si son venduti in molti, troppi sai, che Dio li accolga, / con me mai e poi mai” da ‘Satanic Shaker’).