Percussionista e vocalist Hamid Drake è considerato il batterista fondamentale del nuovo jazz americano. Nato in Louisiana, cresciuto nella stimolante atmosfera della Chicago nera anni ’60, il giovane Hank (più tardi avrebbe preso il nome di Hamid) si avvicina all’associazione di musicisti denominata Aacm, che ha rivoluzionato le concezioni del jazz. Entra nel gruppo di uno dei veterani di Chicago, il sassofonista Fred Anderson, con il quale negli anni ’70 compie i suoi primi tour in Europa. A 23 anni è un batterista ancora acerbo, ma già mostra interesse per le poliritmie delle altre culture afroamericane, in particolare per il reggae giamaicano. Nello stesso anno collabora con Don Cherry; questo storico trombettista e polistrumentista lo espone alla propria concezione multiculturale della musica, che lo influenzerà profondamente. Non è un caso che poco dopo Drake entri a far parte della Mandingo Griot Society del grande griot del Gambia Foday Musa Suso.
La riappropriazione delle radici africane porta Drake a utilizzare con frequenza i tamburi tradizionali delle varie aree etniche africane, elemento che rende molto originale la sua musica soprattutto quando torna a lavorare con i maggiori jazzisti d’avanguardia come William Parker, Ken Vandermark, Peter Broetzmann. A sottolineare il suo ventaglio di esperienze ampio ed eterogeneo non si possono non citare il coinvolgimento nelle formazioni di Herbie Hancock e Bill Laswell.